Nel nostro filone narrativo e ispirazionale vogliamo dar voce alle storie di donne forti e determinate, che hanno intrapreso un percorso individuale di crescita e autodeternminazione all’istruzione, alla formazione professionale o alla partecipazione a programmi di supporto economico.
Oggi, raccontiamo le storie di Haoua Moumouni Kadri e Souweiba Moussa Belko
Haoua Moumouni Kadri, 21 anni, originaria del Mali alla frontiera col Niger verso Tillabery. A causa dell’insicurezza alimentare e del terrorismo con la famiglia si è trasferita a Niamey in cerca di migliori opportunità.
Souweiba Moussa Belko, 24 anni, migrante di ritorno di nazionalità nigerina. Ha vissuto a lungo a Lomé, in Togo, dove vendeva abiti e, allo stesso tempo, quando se ne presentava l'occasione, li comprava in loco e veniva in Niger a rivenderli. Attraverso questa formazione vorrebbe stabilirsi definitivamente nel suo paese perché a volte viaggiare è troppo pericoloso. Questa formazione le permetterà di cucire i propri vestiti e modelli e di rivenderli nel suo paese ma anche di insegnare agli altri la sartoria.
Quali sono i benefici che hai riscontrato dalla partecipazione all’attività di formazione?
Haoua Moumouni Kadri:
Ho acquisito nuove competenze come padroneggiare la macchina da cucire. Mi sento più sicura, più impegnata, più utile e maggiormente integrata nella comunità per aver incontrato nuove persone. Ho imparato nuove tecniche più professionali mentre prima facevo fatica a realizzare il mio lavoro, cioè l'attività di sartoria che già svolgevo da casa. Ora potrei mettere a frutto ciò che ho già imparato, pensando di creare una mia attività con molta più convinzione, senza stress o troppi dubbi. Ora sento la differenza, che potrei semplicemente lanciarmi ed iniziare.
Souweiba Moussa Belko:
All'inizio mi sentivo senza speranza all'idea di non aver frequentato la scuola o continuato i miei studi. Pensavo che quando una persona non ha frequentato la scuola non ha alcuna possibilità di diventare qualcuno nella comunità. Mi sono sentita una persona con meno valore, privata di qualcosa e questo è ciò che la nostra società pensa di chi non è andato a scuola.
Invece questa formazione mi ha dato una nuova speranza di essere utile a me stessa e alla comunità e allo stesso tempo ho imparato che anche senza aver potuto studiare ci si può realizzare nella vita e avere un’attività che ti aiuta e che può diventare una passione. Questo apprendistato nella sartoria mi ha permesso di proiettarmi nel futuro e di immaginarmi già a capo di un'atelier di cucito. Perché ho imparato a cucire meglio e intendo in futuro proporre correttamente i miei modelli e le mie innovazioni nel campo della sartoria.
Secondo te, quanto è importante per una donna poter contare su un’indipendenza economica per far valere i propri diritti e migliorare la propria posizione nella società?
Haoua Moumouni Kadri:
Innanzitutto per se stessa, poi per i suoi cari, per la sua famiglia e allo stesso tempo la donna partecipa direttamente o indirettamente allo sviluppo del suo Paese. Quando una donna sarà autonoma si sentirà o si vedrà coinvolta nelle decisioni sociali, negli organi decisionali, che si tratti della famiglia, della comunità, o anche del Paese in generale, e in quelli che riguardano tutta la vita politica, socio-economica del suo ambiente, della sua città e del suo paese in generale. Soprattutto oggigiorno, quando non sei finanziariamente indipendente non sei coinvolta nel processo decisionale familiare, comunitario o regionale. E quando le donne sono autonome possono influenzare il processo decisionale a favore delle loro coetanee realizzando il cambiamento che ritengono utile per il buon funzionamento e lo sviluppo del loro Paese.
Soweiba Moussa Belko:
È importante che una donna sia autonoma poiché anche le donne hanno delle potenzialità da mostrare tanto quanto gli uomini. Vale a dire che tutto ciò che può fare un uomo lo potrebbe fare anche una donna se non la si esclude, ad esempio in una riunione familiare può fornire consigli, idee e strategie che possono essere utili nel processo decisionale.
Le donne possono partecipare ad attività di pubblica utilità come la cura della salubrità e dell’igiene nella loro comunità. Quando la donna è finanziariamente indipendente, ad esempio, è più affettiva degli uomini e può aiutare l'intera popolazione indipendentemente dal sesso, perché ci sono molte donne capofamiglia. Può anche aiutare le sue amiche, la sua famiglia. Dare più autonomia alla donna significa avviare lo sviluppo di una società e garantire il rispetto dei diritti delle donne in un contesto socio-economico in cui le donne sono gravemente emarginate e che va cambiato perché amplia ulteriormente le disuguaglianze.
Entrambe hanno partecipato alle formazioni previste all'interno del progetto Re.Mi. : Reti per la migrazione sicura: società civile, diritti, servizi, lavoro, finanziato dall' Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e implementato da Nexus Emilia Romagna.
Ringraziamo Nexus per aver partecipato alla campagna dei 16 giorni e per tutte le attività che porta avanti in favore delle donne, ragazze e persone più vulnerabili.
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